Valore identitario del patrimonio artistico: il caso del Friuli (1420-1815)

Descrizione del progetto

Il progetto si propone di indagare in prospettiva storica i modi in cui, tra la fine del Trecento e l’inizio del XIX secolo, in alcuni centri friulani (Udine, Pordenone, Cividale) ha avuto luogo quel complesso processo di "costruzione" del patrimonio artistico locale, inteso come insieme di "cose materiali" (e talora immateriali) che di tempo in tempo furono riconosciute come parte della memoria comune e degne di essere preservate e tramandate in funzione di una coscienza identitaria. Si intende analizzare gli effetti su monumenti ed opere determinati da eventi di natura politica, economica, amministrativa, culturale, artistica (quali distruzioni per guerre, incendi o catastrofi naturali, soppressioni di ordini religiosi e conversione e rifunzionalizzazione del loro patrimonio, fenomeni di collezionismo e committenze di interesse pubblico, riorganizzazione e riordino di assetti urbani, ecc.), evidenziando, nell’ambito della mutevole fisionomia della nozione di patrimonio artistico, la dinamica fra pratiche di "inclusione" (acquisto, destinazione museale, collocazione in nuove sedi, restauro o ripristino) e pratiche di "esclusione" (abbattimenti, dismissioni, vendite, esportazione e dispersione).

Progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia (L.R. 18/2004).