LIDA - Laboratorio Informatico per la Documentazione Storico Artistica
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Il recupero di una documentazione testuale e visiva: riviste, cataloghi e fototeche sull'arte italiana degli anni Sessanta

Responsabili

  • Flavio Fergonzi

Descrizione del progetto

Questa proposta nasce dalla necessità di iniziare uno studio, fondato su basi storiche e filologiche, avente come oggetto gli svolgimenti dell'arte italiana dal 1960 al 1990, con particolare riferimento alle fonti visive internazionali. All'arte di questo trentennio sono state infatti dedicate importanti rassegne, retrospettive e studi particolari. Ma l'impostazione di questi studi appare oggi ancora troppo legata alla'iniziativa di critici militanti che procedono per semplificazioni e forzature e tendono a ignorare la complessità della rete culturale sottesa al lavoro degli artisti. Il lavoro di reperimento delle fonti visive e scritte, del loro vaglio sistematico, di intreccio e messa in sequenza storica dei fatti che si è compiuto per l'arte italiana della prima metà del secolo non ha toccato il periodo post 1960, e sembra giunto il momento di porre rimedio a questa mancanza.
 
A questo scopo è stata individuata una duplice priorità.
La prima è quella di avere raccolti, presso l'Università degli Studi di Udine, quegli irrinunciabili strumenti di prima mano che sono le riviste militanti di storia e critica d'arte contemporanea coeve agli eventi. Queste riviste, spesso apparse in pochi numeri, mal distribuite, sono disperse per il territorio: non sono quasi mai conservate nelle Biblioteche Nazionali, sono presenti invece in archivi privati e in biblioteche di settore. Andrebbe iniziata una raccolta sistematica, in copia (microfilm o, meglio, scansioni elettroniche), di questi materiali: potrebbero essere poi assegnate tesi (di II livello, o di specializzazione) per indicizzazioni, o studi altro genere che li rendano aperti ad una interrogazione più fruttuosa.
La seconda priorità è quella di costituire un atlante di immagini di arte italiana del periodo 1960-1990 che sia sicuramente fondato dal punto di vista della cronologia e dell'autenticità delle opere e, parallelamente, un atlante di opere di arte internazionale che siano state accessibili agli artisti italiani del tempo. Risulta difficile, ad esempio, rispondere oggi a domande semplici come quelle poste dai tramiti (e dai tempi) della conoscenza in Italia della Pop Art, del minimalismo e dell'arte concettuale.

Anche in questo caso bisognerebbe partire da strumenti di prima mano (le riviste, i cataloghi d'epoca, le fototeche delle principali gallerie) e costituire un archivio di immagini elettroniche che sia poi fruibile per gli studi. Si potrebbe partire da casi più facilmente circoscrivibili (le Biennali di Venezia, dal 1960, potrebbe essere un inizio), e approdare poi a situazioni più variegate (la presenza degli artistici stranieri nelle riviste d'arte romane degli anni Sessanta, ad esempio).
Il risultato di questa prima fase di lavoro sarebbe quello di avere, presso l'Università di Udine una raccolta di materiali e una banca dati di fatto uniche nel nostro paese, fondamentali per chiunque voglia iniziare uno studio fondatamente storico sull'arte italiana del periodo.